Il principio di non-azione del Tao e l’accettazione della realtà

Come la mente sgombra agisce in armonia con l’essere e l’universo

Nella mia esperienza di vita ho da sempre avuto due punti fissi: la meditazione ed il Tao. Questi due pilastri hanno forgiato il mio modo di rapportarmi alla realtà, di comprenderla e di viverla. Anche Vita Strategica come percorso formativo è intrisa della filosofia taoista che, come un collante, tiene insieme tutto “l’edificio concettuale” del corso.

Per questo motivo ritengo utile cominciare a guardare in maniera più diretta al Tao ed in particolar modo al principio di non azione del saggio (Wu-wei).
Si tratta di un concetto che facilmente una persona non esperta di Tao può travisare e confondere. La non-azione infatti, non corrisponde ad un atteggiamento passivo o arreso, quanto piuttosto ad un “agire sentito”.
Provo a spiegarlo in altri termini: siamo tornati a casa dopo una giornata di lavoro, siamo stanchi, abbiamo incontrato gente, discusso con loro e nella nostra mente si ammassano pensieri.
In queste condizioni le azioni che intraprenderemo saranno per la maggior parte reattive poiché non saremo connessi con il nostro essere profondo ma staremo ancora subendo i “postumi” della realtà nella quale siamo stati immersi.
È indispensabile fermarsi a “ripulirsi dai pensieri” per accedere ad un livello di calma interiore come primo passo per mettere in atto il non-agire.
Infatti in una condizione di serenità anche il nostro corpo è sollevato e sciolto da quelle tensioni che lo agitano quando siamo sopraffatti dai pensieri. E’ questa la situazione ottimale dalla quale nascono azioni in armonia con il nostro essere profondo e con il cosmo stesso perché non sentiamo fretta, preoccupazione o inquietudine, ma sappiamo solo di volere compiere una determinata azione. 

Il non agire si identifica proprio con questo: agire nel rispetto della vita, dell’armonia con la natura e dei ritmi naturali dell’uomo e dell’universo.

Avere la mente sgombra è la premessa per realizzare la propria connessione con il tutto e per agire in maniera corretta, senza esitazioni o turbamenti. È incominciare a percorrere la Via (Tao).

Diversi studiosi hanno     cercato di tradurre per noi occidentali questi concetti rilevando la profonda frattura tra il pensiero occidentale e quello orientale.
In questo post voglio solo lanciarvi una provocazione proprio a riguardo del non-agire e lo faccio citando Lao Tzu (uno dei padri del Tao).

«Pensi di poter prendere il controllo dell’universo e migliorarlo?
L’universo è sacro.
Non puoi migliorarlo.
Nella ricerca della conoscenza, ogni giorno guadagniamo qualcosa. Nella ricerca del Tao, ogni giorno perdiamo qualcosa.
Facciamo sempre meno
finché non raggiungiamo la non-azione.
Il Tao rispetta la non-azione, eppure nulla rimane incompiuto.»

Il taoista rispettando la non-azione rispetta la natura delle cose senza cercare di dominarle o cambiarle ma trova nell’universo in sé la perfezione alla quale adeguarsi, seguendone ritmi e leggi.
A voi che avete seguito Vita Strategica, o in aula o tramite i post che pubblico, non sembra che questo modo di rapportarsi alla realtà corrisponda a quella che ho definito “accettazione incondizionata della realtà”?
Non ostiniamoci nella lamentela, non rimaniamo imbrigliati in circoli viziosi mentali, ma calmiamoci e mettiamoci in ascolto di noi stessi e del mondo.
Ciò che accade non è mai casuale, sta a noi capire il messaggio che l’universo ci sta lanciando.

 

 

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