Solo gli indecisi scelgono. Come il non aver “scelta” sia la più grande forma di libertà

Pensiamo per un attimo a quante scelte, anche minime, compiamo nel corso di una giornata.
Che cosa indosso stamattina? Cosa cucino per pranzo? Quale strada scelgo per andare a lavoro? Dovrei provare a parlare con quella persona? Acquisto questo prodotto o uno più economico?
Non soffermiamoci poi, almeno per il momento, su quelle scelte cruciali con le quali determiniamo l’andamento della nostra intera esistenza come la decisione di portare avanti una relazione o meno, scegliere un lavoro, in che modo crescere i propri figli o curare delle amicizie.

Scegliere rappresenta spesso per tutti noi fonte di grande turbamento.
Ma ci siamo mai chiesti perché la maggior parte delle scelte vengono vissute con sentimenti negativi e producono stati d’ansia?
La risposta è che viviamo in uno stato di divisione. La scelta rappresenta a tutti gli effetti la manifestazione materiale e psicologica del nostro essere scissi, tra ciò che vorremmo e ciò che sentiamo di dover fare, vuoi per imposizioni morali o culturali.

In altre parole mi trovo a dover scegliere perché non so cosa fare, sono indeciso. Se io sapessi che esiste un unico modo per far qualcosa non mi porrei il problema della scelta.
Riprendendo uno degli esempi iniziali.
“Dovrei provare a parlare con quella persona?”
Se ci parlo potrei essere frainteso ed aggredito, ho paura.
Se non ci parlo la situazione resterà invariata e questa cosa mi fa soffrire.
Che faccio?
Se non esistessero due possibilità (parlare o non parlare), ma una sola, ad esempio parlare, non mi chiederò cosa fare, ma agirò. Ho eluso la scelta perché in un certo senso non avevo alternative.

Quello che sto dicendo può suonare strano o paradossale perché siamo abituati a vedere la scelta come espressione di libertà.
Io sostengo che è vero l’esatto contrario, più scegliamo, incorrendo in stati d’animo negativi, più siamo “schiavi”. Bisogna però sottolineare che il non scegliere non significa non avere la possibilità di farlo, ma che non ne ho bisogno, perché so già cosa fare. La decisione non matura intellettualmente ma emerge da tutto il mio essere. 
Se sono libero non sentirò l’impulso di scegliere e non dovrò fermarmi a riflettere se quello che sto facendo sia giusto o meno. Agirò secondo quello che sento e voglio profondamente in maniera del tutto naturale, come quando bevo se ho sete.

Eliminando la scelta sarò in grado di agire in piena consapevolezza senza rimpianti od indecisioni perché sarò convinto che quello che ho imboccato è il sentiero giusto.

La mia libertà si concretizzerà in questo agire ispirato, nessuna scelta ma solo azioni “sentite”.

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