Imparare a migliorare il mondo: come non guardare solo i difetti e le imperfezioni degli altri

Se ci guardiamo intorno, spesso cogliamo nella gente nervosismo e rassegnazione. Se ascoltiamo una qualsiasi conversazione, che sia in treno o in ufficio, non sarà difficile sentire parole che giudicano, in maniera solitamente negativa, qualcuno o qualche situazione.
Ad uno sguardo più attento nessuno di noi riesce a non “cedere al peccato” di giudicare gli altri nell’arco della giornata. Sembra che ci sia stato insegnato a vedere soprattutto gli aspetti limitanti e negativi dell’esistenza.
Infatti, siamo davvero bravi a far notare ciò che non funziona, ad argomentare sugli sbagli che vengono commessi e non ci poniamo mai il problema di come correggere questi errori, di come aiutare l’altro a migliorarsi.
Il problema è che, evidenziando esclusivamente i limiti, si rischia di lamentarsi senza agire e di indirizzare l’attenzione sulle cose che ci portano alla necrofilia, ovvero (nell’accezione junghiana del termine) a guardare in termini negativi l’esistenza, gli eventi, le relazioni, la società e le istituzioni.

Se una persona a nostro avviso sta portando avanti un comportamento sbagliato, gridarle in faccia la sua inabilità o il suo agire scorretto, non avrà altra conseguenza che esacerbare il rapporto e fare in modo che anche l’altro cerchi in noi il limite.
Con un esempio posso essere più chiaro: se un collega impiega molto tempo per portare avanti una pratica che ne richiede a vostro avviso molto meno, apostrofarlo di essere uno “scansafatiche” con frecciatine sarcastiche non risolverà il problema della sua lentezza, sia essa dovuta a menefreghismo o incapacità. Per sistemare la situazione e aiutarlo a migliorarsi (migliorando il suo lavoro migliora anche il tuo, non dimenticarlo) sarebbe più opportuno chiedergli, in maniera pacata, se ha bisogno di aiuto, se ci sono dei passaggi che reputa complessi nel disbrigo della pratica o provare ad entrare in contatto empatico con lui per capire se ci siano dei pensieri che lo trattengano dal dedicarsi al lavoro.
Aiutando l’altro, non guardando al suo limite, eviteremo di essere a nostra volta giudicati, cadendo in una spirale di etichette limitanti e sentimenti negativi che, invece di essere di supporto al mondo, lo distruggono.
Il segreto per essere in pace con gli altri e il mondo è sospendere il giudizio una volta per tutte.
Non è facile, ma la prossima volta che vi accorgerete di essere in procinto di giudicare negativamente qualcosa, fermatevi e chiedetevi: invece di cogliere il negativo (della situazione, della persona) cosa posso fare per cambiarla in meglio?

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