La solitudine nasce dalla chiusura al mondo

I nostri meccanismi di difesa invece di garantirci serenità sono la maggior fonte di stress e tensione

I cavalieri medievali indossavano armature lucenti in grado di coprire e proteggere tutto il loro corpo ma pagavano questa “protezione totale” sopportando un peso ed un calore notevole. Per cui se da una parte riuscivano ad assorbire i colpi degli avversari dall’altra sforzavano il loro corpo al limite.

Credo che noi tutti siamo moderni cavalieri che all’armatura protettiva abbiano sostituito un involucro trasparente ma spesso, fatto di convinzioni, pregiudizi e meccanismi di difesa.

Abbiamo sviluppato questa sorta di corazza in seguito a quelle esperienze che ci hanno fatto sperimentare il dolore, il fallimento, la tristezza e la solitudine.
Difenderci è parso l’unico modo per evitare di ricascare in situazioni negative: abbiamo cominciato a tenere a distanza di sicurezza gli altri, permettendo loro di entrare nella nostra vita in maniera marginale ed in modo che non potessero scorgere nella nostra profondità.
In tal modo, però, abbiamo imparato ad ingannare il mondo, a simulare di essere persone diverse da ciò che siamo in realtà e siamo finiti con l’alimentare una recita non autentica che ha contribuito ad alimentare quel dolore, tristezza e solitudine che cercavamo di allontanare.

Non possiamo infatti pretendere che qualcuno si avvicini a noi con il cuore aperto se siamo i primi a rimanere trincerati dietro le nostre difese poiché l’altro, da essere ricettivo qual è, sente che abbiamo segnato un confine, e malgrado le buone intenzioni, si sentirà respinto e allontanato.

Il segreto per rimuovere la solitudine dai cuori risiede nell’aver il coraggio di spogliarsi di tutte le protezioni, lasciando che l’altro entri nella nostra dimensione più autentica. Non dobbiamo temere di essere feriti, sappiamo che potrebbe accadere, ma d’altra parte stiamo rischiando per un traguardo ben più importante.
Lasciamo andare il controllo delle situazioni, degli altri, di quello che potrebbe accadere se…, smettiamola di provare ad aggiustare situazioni, di aspettare che l’altro abbassi la sua guardia, di vivere in una conflittualità continua. Saremo solo in grado di autoboicottare la nostra serenità.
Incominciamo a piccoli passi, dallo strato più esterno della nostra corazza: impariamo ad aver fiducia in chi ci circonda (anche se la mente ci consiglia di essere diffidenti), mostriamogli chi siamo, senza sovrastrutture o personalità di facciata e poi introduciamolo alla nostra essenza.
È il solo modo che conosco per non essere mai più soli.

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