Benessere

Non è un caso se ho riportato questo pensiero di Louise Hay. Credo che, difficilmente, ognuno di noi possa dire di trovarsi nella situazione descritta dalla citazione. C’è sempre qualcosa che minaccia il raggiungimento di uno stato di vero benessere: un pensiero, una persona, una situazione; potenzialmente tutto ciò che ci circonda potrebbe trasformarsi in una trappola in grado di minare il nostro equilibrio psico-fisico.
In altre parole potremmo dire che il mancato raggiungimento di una condizione di tale serenità è sintomo di uno scompenso più profondo della nostra vita che dobbiamo cercare di affrontare e risolvere.

 

Dobbiamo però ricordare che stare bene con se stessi è una abilità, e come tale può essere imparata ed allenata. Per questo agendo sulle cause che determinano uno stato di malessere possiamo invertire la rotta e goderci la vita.

Il primo passo verso il benessere, non smetterò mai di sottolinearlo, è vivere nel momento presente. Non ci rendiamo conto che ogniqualvolta ci proiettiamo nel futuro o restiamo imbrigliati nel passato dimentichiamo di dare importanza a quello che stiamo facendo nel presente e scivoliamo in uno stato mentale sfasato rispetto alla realtà.

“Starò bene solo quando avrò raggiunto questo traguardo”, “potrò rilassarmi una volta terminata questa incombenza”, “non posso essere felice se non ho qualcuno al mio fianco”, “quell’evento è stato così traumatico che non riesco a dimenticarmene ed andare avanti”, questi sono i tipici pensieri che minano il raggiungimento del benessere dalle fondamenta.
Per questo il vero benessere si realizza solo quando incominciamo ad accettare e gestire le nostre emozioni, smettendo di vivere in una dimensione temporale asincrona rispetto alla realtà.
Non possiamo essere pieni di energia, goderci un pranzo o un sonno ristoratore se la nostra mente sta già traghettando pensieri che ci allontanano da ciò che stiamo vivendo.

“Questa torta è davvero buona ma questo peccato di gola mi rimarrà tutto sui fianchi, ho fatto davvero male ad assaggiarla”. Una situazione di potenziale benessere è stata distrutta, ed anzi tramutata in senso di colpa, da pensieri che non riguardano più il mangiare la torta ora, ma le sue conseguenza. Non siamo più nel presente ma in un futuro potenziale.
Questo non significa vivere nell’imprudenza delle conseguenze delle nostre azioni ma provare, nel piccolo, a godere di quegli aspetti elementari dell’esistenza che se non turbati dai pensieri sono davvero in grado di farci sentire in pace con noi stessi ed il mondo.

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