Sono un biofilo! Confessione di un amante della vita.
Quando per la prima volta mi definii biofilo, l’amico con il quale stavo parlando mi sorrise, quasi imbarazzato, e spinto dalla curiosità mi disse: “ma che vuoi dire, che ami tutto?”.
Per lui, l’amore per la vita non poteva essere una cosa vera, perché c’era sempre nell’esistenza, nella giornata, qualcosa che proprio non si riusciva ad amare: un insetto che ti punge, il traffico all’ora di punta, la grandine senza ombrello, una persona che proprio non vorresti vedere.
Certo simili contrattempi non saranno certo piacevoli, ma non riescono a smorzare il mio amore per la vita, perché essere biofili significa assecondare la tendenza, che ognuno custodisce in sé, a lasciarsi affascinare dagli stimoli naturali (il mare, il cielo, le onde, i gabbiani…) e a considerare il mondo, ed ogni forma di vita, unica ed irripetibile.
Proprio per questa natura sacra ed inviolabile della vita, ho sempre sentito il dovere e la gioia di goderne appieno, lasciando che l’esistenza si trasformasse nel mio capolavoro.
Erich Fromm riteneva che la passione biofila si esprimesse nell’orientamento produttivo del carattere, perché il vero appassionato della vita non è mai fermo ad aspettare o a lamentarsi, ma è sempre in movimento, ricco di idee e sogni da raggiungere.
Il biofilo è capace di allenarsi sette ore al giorno per partecipare alla maratona cittadina o rimanere ore sveglio cullando il suo bambino conservando sempre la felicità nel cuore, non importa quanto deve faticare, è un moto perpetuo, costruttivo, creativo e vitale.
Ovviamente, per quanto la condizione biofila sia naturale nell’uomo, in lui agisce una forza contraria, la necrofilia, che smorza ogni capacità di azione, rendendo tutto grigio ed incolore, trasformando l’esistenza in routine e obblighi.
Per evitare di cadere in atteggiamenti necrofili, non ho mai messo da parte la mia libertà, intesa come libertà sia da costrizioni esterne che da ostacoli interiori.
Solo coltivando la propria libertà e il proprio spazio interiore si può essere davvero biofili e io, lo ammetto, non smetterò mai di amare: la gente, l’erba, la zanzara, il cane, il tramonto, il rumore dei martelli pneumatici, la calura, il tempo, mia moglie, i miei figli, le giornate di pioggia, le urla al mercato, una donna incinta… non credo che ci sia una cura, ma è la strada per la felicità.